Novembre Mese della Prevenzione Tumore alla Prostata: cos'è, sintomi e prevenzione
Circa 1 uomo su 8 in Italia ha la probabilità di sviluppare il cancro della prostata nel corso della vita. La prevenzione è fondamentale per combattere questa malattia, ma quali sono gli esami da fare?
Indice dei contenuti
- Tumore alla Prostata: cos’è?
- Quali sono le cause del tumore alla prostata?
- Sintomi del tumore alla prostata
- Come capire se è davvero tumore alla prostata?
- Ultimissime Terapie per il cancro alla prostata: come curarlo?
- Dal tumore prostata si guarisce?
- Prevenzione tumore alla prostata: i consigli del farmacista
- Controllo prostata fai da te: come si fa?
- Domande sul tumore alla prostata
Il tumore alla prostata è una delle neoplasie più comuni nell’uomo, soprattutto a causa di determinati fattori di rischio. Non tutti li conoscono e soprattutto, la maggior parte di noi, non pone la massima attenzione alla parola “prevenzione”. Sapevi che,proprio il mese di novembre, è dedicato alla prevenzione di questo tumore? Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere sul tumore alla prostata, partendo dalla sua definizione fino ad arrivare ai nuovi approcci in campo medico
Tumore alla Prostata: cos’è?
Il tumore della prostata rappresenta la forma di neoplasia più frequente in Italia tra i soggetti di sesso maschile a partire dai 50 anni di età e occupa il terzo posto nella scala della mortalità per neoplasia, dati che coinvolgono maggiormente i maschi al di sopra dei 70 anni. Il cancro alla prostata solitamente si presenta come un adenocarcinoma, dove la sintomatologia è quasi del tutto assente fino a che la crescita del tumore stesso non provoca condizioni come la presenza di sangue nelle urine (ematuria) e ostruzione associata a dolore.
L'adenocarcinoma della prostata è la più diffusa forma di neoplasia maligna non dermatologica negli uomini di età > 50 anni negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti, si verificano circa 248 530 nuovi casi e circa 34 130 decessi (stima del 2021) ogni anno. [1]
Secondo i dati "I numeri del cancro in Italia 2022" realizzato dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) nel 2022 sono stati 40.500 i nuovi casi registrati. Fortunatamente una buona quota di questi tumori viene diagnosticata in fase iniziale quando le possibilità di intervento sono migliori. Non solo, esistono anche delle forme indolenti la cui lenta evoluzione non desta particolari preoccupazioni. A seconda dello stadio di evoluzione si procede con diverse strategie terapeutiche che comprendono la chirurgia, la chemioterapia e l'ormonoterapia. [2]
Questa incidenza purtroppo aumenta col passare degli anni ma la prevenzione, come vedremo gioca un forte ruolo per sconfiggere e affrontare questa malattia in modo prematuro, almeno nella maggior parte dei casi.
Qual è la funzione della prostata?
La prostata è una ghiandola presente unicamente nell’organismo maschile, collocata nella porzione anteriore al retto, con delle dimensioni simili a quelle di una noce. Il benessere di questa ghiandola è fondamentale in quanto è coinvolta nelle funzioni di tipo riproduttivo (in questa sede infatti viene prodotto e secreto il liquido seminale). La sua funzione principale è secernere il liquido prostatico e favorire, come detto, la produzione dello sperma. Quest’ultimo è composto per il 25% di liquido prostatico, responsabile della motilità degli spermatozoi e attività che gli permettono di sopravvivere più a lungo, processi di coagulazione e fluidificazione dello sperma. Quando la prostata viene colpita dal tumore, si verifica al suo interno tessuto anomalo e alterazioni delle sue funzioni.
Quali sono le cause del tumore alla prostata?
Le cause del tumore della prostata, come nella maggior parte delle neoplasie, non sono ancora del tutto conosciute al 100%, ma senza dubbio, alla base è presente una mutazione cellulare al livello del DNA, che promuove una proliferazione anomala delle stesse fino a determinare, come atto finale, una neoplasia.
Principali fattori di rischio del cancro alla prostata
- età: Il tumore della prostata è più comune dopo i 65 anni
- familiarità: nonostante la maggior parte delle cause genetiche rimangano ancora sconosciute, sino al 10% dei pazienti con familiarità per tumore prostatico possono avere una mutazione del gene BRCA.
- obesità: questo tipo di condizione aumenta la probabilità di essere colpiti da diverse patologie, tra cui quelle a livello prostatico. In particolare bisognerebbe evitare di seguire una dieta ricca di grassi saturi.
- esposizione ad agenti cancerogeni: l’esposizione a sostanze chimiche o ambientali potenzialmente cancerogene potrebbe aumentare il rischio.
- disfunzione ormonale: cambiamenti che avvengono nei livelli di ormoni circolanti, in particolare di testosterone ed estrogeni, possono influenzare il rischio di sviluppo
- razza: in letteratura scientifica è stato evidenziato come gli afroamericani sono più a rischio degli altri, anche se le cause di questa maggior incidenza sono sconosciute.
Sintomi del tumore alla prostata
Nelle fasi iniziali del tumore maligno alla prostata, la neoplasia in genere è del tutto asintomatico. Si stima che in circa il 30% dei casi venga scoperto quando la malattia si è già diffusa oltre la ghiandola.
Solitamente nel tumore alla prostata i sintomi iniziali appaiono solo quando la malattia ha raggiunto purtroppo una fase avanzata. Per questo motivo la prevenzione e gli screening giocano un ruolo fondamentale per la nostra vita. In ogni caso, tra i primi sintomi di un tumore alla prostata, si può riscontrare una difficoltà nell'urinare, minzione frequente, debolezza del flusso urinario o sangue nelle urine o nello sperma.
PSA alto e Tumore alla prostata
Un segnale di possibile presenza di un tumore alla prostata può essere quello di valutare il livello circolante di PSA. Per chi non lo sapesse, si tratta di un antigene prostatico specifico (PSA), ed un suo livello elevato nel sangue è un grande campanello di allarme, ma non una diagnosi definitiva di cancro. Per questo è necessario effettuare visite specialistiche e di controllo. Ma perché questo PSA è correlato al tumore alla prostata? Il PSA è una proteina prodotta dalla prostata stessa e viene liberata nel torrente ematico. I livelli alti di questa proteina nel sangue possono dipendere nella maggior parte dei casi dalla presenza di tumore alla prostata, ma come abbiamo detto, non tutti i casi di PSA elevati indicano necessariamente la presenza di un carcinoma. Infatti ci sono tanti altri fattori che possono influenzare i livelli di PSA, come l’Iperplasia prostatica benigna (IPB), una condizione non neoplastica in cui la prostata si ingrossa. Inoltre fenomeni infiammatori (prostatite) possono causare un aumento temporaneo dei livelli di PSA. I livelli di PSA tendono ad aumentare naturalmente con l'età, quindi è normale che gli uomini più anziani abbiano livelli di PSA leggermente più alti, per questo motivo non conviene sempre allarmarsi ma semplicemente essere più cauti.
Come capire se è davvero tumore alla prostata?
I livelli elevati nel sangue di PSA, può essere un primo segnale verso la diagnosi di tumore alla prostata, ma non sempre è correlato ad una neoplasia. Infatti, se si scopre che si ha un livello elevato di PSA, un medico professionista eseguirà ulteriori test, come l'esame rettale digitale e l'ecografia trans-rettale, per valutare al meglio le condizioni e lo stato della prostata. Spesso dopo tutte queste analisi per confermare la presenza di un tumore alla prostata si può effettuare la biopsia. Ricorda che spesso l’iter o la scoperta di una determinata patologia può essere soggettivo e non sempre si evidenzia in questo ordine. Ricorda di rivolgerti sempre ad un professionista, poiché solo dopo una valutazione medica completa si può determinare una condizione specifica.
Ultimissime Terapie per il cancro alla prostata: come curarlo?
Una volta ricevuta una precisa diagnosi di cancro della prostata e stabilito il suo grado (punteggio di Gleason), il medico discute i vari approcci terapeutici con il paziente. Nel caso di un cancro localizzato all'interno della prostata, molto probabilmente si opterà per la chirurgia, radioterapia o sorveglianza attiva. Una terapia palliativa con terapia ormonale, radioterapia o chemioterapia, in caso di tumore extraprostatico. Invece la sorveglianza attiva senza trattamento, è indicata per alcuni uomini che hanno un tumore a basso rischio
Il trattamento varia anche in base ai livelli di PSA, dal grado e dallo stadio del tumore, ma anche da fattori come l’età dei soggetti, dalla presenza di malattie concomitanti, dall'aspettativa di vita e le preferenze del paziente.
Negli ultimi anni sono stati sempre più incrementati gli studi clinici sperimentali in merito alla ricerca di nuovi farmaci, combinazioni di farmaci esistenti o di terapie standard con farmaci sperimentali al fine di migliorare il decorso in pazienti con carcinoma metastatico. Si è notato che una quota di tumori della prostata metastatico è caratterizzata dalla presenza di mutazioni nei geni BRCA, geni responsabili dei meccanismi di riparazione del DNA. Esattamente come per il seno, la presenza di queste mutazioni può essere sfruttata per somministrare terapie su misura.[3] In questo caso i PARP-inibitori, sono delle specifiche molecole in grado di interferire sui meccanismi che la cellula mette in atto per riparare i danni al DNA. Grazie a questo meccanismo d’azione, la cellula tumorale, sarà piena di alterazioni (difetti di ricombinazione omologa) al punto tale da andare incontro a morte cellulare a causa dei molti danni subiti. In questi termini si sperimenta l’associazione in prima linea della terapia standard con enzalutamide con il PARP-inibitore talazoparib. Ricorda che questo è un articolo divulgativo e quindi per ulteriori informazioni in merito a questo trial puoi fare riferimento alla fonte e leggere in modo più approfondito riguardo nuove terapie sperimentali. Inoltre puoi fare riferimento a diversi centri di ricerca anche tramite il tuo medico curante / specialista nel caso in cui tu voglia conoscere in modo approfondito tutte le terapie sperimentali che sono nate in questo campo.
Tumore prostata in metastasi
Si parla di metastasi quando la malattia non è più confinata soltanto al livello dell’organo interessato, ma si è estesa anche ai tessuti circostanti. Nel caso del tumore alla prostata, in caso di metastasi, la strategia utilizzata maggiormente è quella della deprivazione androgenica. Infatti, patologicamente, la crescita delle cellule cancerose, proprio come nel caso del tumore al seno, è sostenuta dagli ormoni (dal testosterone nel tumore della prostata). In caso di metastasi nel tumore alla prostata quindi verranno utilizzati dei farmaci con uno specifico meccanismo d’azione in grado di interferire con la produzione di testosterone.
Negli ultimi tempi, farmaci come abiraterone acetato, apalutamide ed enzalutamide hanno preso molto evidenza nella lotta in questa malattia poiché capaci di migliorare sensibilmente il trattamento del tumore alla prostata in fase metastatica.
Intervento tumore alla prostata: in cosa consiste
L'intervento chirurgico per il tumore alla prostata è noto come prostatectomia, un approccio utilizzato per trattare questo tipo di neoplasia.
Esistono diverse modalità di prostatectomia, tra cui la prostatectomia radicale, la prostatectomia laparoscopica e la prostatectomia robotica. L'intervento specifico utilizzato può variare in base alla situazione individuale del paziente e alla sua salute generale. Nello specifico si può trattare di un intervento di rimozione parziale o totale della prostata (prostatectomia radicale). In quest’ultimo caso, la prostatectomia radicale prevede la rimozione sia della prostata che delle vescicole seminali e dei linfonodi pelvici.
In generale, un intervento di questo tipo, prevede come primo step l’anestesia, dove il paziente viene sottoposto ad anestesia generale, il che significa che sarà completamente addormentato durante l'intervento. L'operazione può essere eseguito attraverso un'incisione nell'addome inferiore o attraverso una serie di piccole incisioni nell'addome (prostatectomia laparoscopica o robotica). La scelta del tipo di intervento dipenderà dal chirurgo e dalla situazione individuale. Durante l'intervento, il chirurgo rimuove l'intera prostata, insieme a eventuali tessuti circostanti che potrebbero essere colpiti dal tumore. In alcuni casi, il chirurgo potrebbe esaminare e, se necessario, rimuovere anche i linfonodi vicini per verificare se il tumore si sia diffuso in altre zone. Una volta completata la rimozione della prostata, il chirurgo chiude le incisioni con punti di sutura. Dopo l'intervento, il paziente sarà monitorato e potrebbe richiedere un breve periodo di ricovero in ospedale. La durata dell'ospedalizzazione può variare a seconda della modalità di prostatectomia e delle condizioni individuali del paziente. Ricorda che la scelta del trattamento, inclusa la decisione di sottoporsi a una prostatectomia, deve essere basata su una discussione approfondita con il medico, tenendo conto dello stadio del tumore, della salute generale del paziente e delle preferenze individuali.
Dal tumore prostata si guarisce?
La prospettiva di guarigione dal tumore alla prostata dipende da diversi fattori,quali:
- il tipo di tumore
- il suo stadio al momento della diagnosi
- la risposta al trattamento, oltre che alle condizioni del paziente e se presenta altre patologie concomitanti
Ricorda che la stadiazione del tumore alla prostata è fondamentale per determinare la prognosi, poiché i tumori alla prostata vengono classificati in base alla loro estensione, dallo stadio iniziale allo stadio avanzato. La prognosi è solitamente migliore quando il tumore è diagnosticato precocemente, ed è per questo che è importante la prevenzione ed effettuare esami di routine
Prevenzione tumore alla prostata: i consigli del farmacista
Novembre non è solo un mese transitorio che ci prepara al Natale, ma è un periodo fondamentale per la popolazione maschile e la salute della prostata. Infatti, viene anche soprannominato come Movember, ovvero quel periodo dell’anno durante il quale avviene una campagna di sensibilizzazione internazionale sul tumore alla prostata e sulla prevenzione a questo tipo di patologia. La Società Italiana di Urologia (SIU), ricorda questo periodo come un appuntamento necessario sul calendario da evidenziare con il pennarello, proprio per evidenziare come tutti gli uomini debbano dare importanza alla prevenzione e alla conoscenza del tumore alla prostata.
In questa campagna oltre a conoscere al meglio cosa sia la prostata, la patologia ad essa correlata e le eventuali conseguenze, viene promossa una sensibilizzazione che si manifesta in modo ilare attraverso la crescita dei baffi e la diffusione di informazioni chiare ed accessibili a tutti. Una giusta prevenzione, permette di ridurre maggiormente la comparsa di questa malattia e di affrontarla in uno stadio iniziale se si manifesta e colpisce questa ghiandola presente unicamente nell’organismo maschile.
Nella campagna di sensibilizzazione si pone molto l’accento su tutti quei fattori di rischio che dipendono dal nostro stile di vita (fattori ambientali o esogeni) ma anche su quelli che non possiamo controllare (familiarità o mutazioni genetiche).
Spesso l’insorgenza dipende dalla familiarità (una persona che ha un fratello o il padre, affetto da questa patologia, ha un maggiore rischio di ammalarsi rispetto a chi non ha nessun caso in famiglia). Un altro fattore da tenere in considerazione è l’età: le possibilità di ammalarsi aumentano sensibilmente dopo i 50 anni e circa due tumori su tre sono diagnosticati in persone con più di 65 anni.
Un altro fattore, che non dipende dallo stile di vita, riguarda le mutazioni genetiche di specifici geni, BRCA1 e BRCA2, che possono aumentare il rischio di cancro alla prostata. Conoscere questi fattori possono indurci ad un maggiore screening e controlli periodi per combattere in tempo un eventuale condizione patologica.
Controllo prostata fai da te: come si fa?
Un controllo della prostata fai da te è una pratica che coinvolge l'auto-esame della ghiandola per controllare se presenta anomalie o cambiamenti. Questa pratica non è assolutamente da sostituire ad esami medici regolari o alla valutazione di un medico specialista.
Come si esegue in ERD, ovvero un esame rettale digitale (auto-esame della prostata)?
- Preparazione: assicurati di avere un guanto monouso, un lubrificante che non causa reazioni allergiche in base al suo INCI
- Posizionamento: puoi svolgere l'esame in piedi o in posizione accovacciata.
- Primo step: indossa un guanto monouso e applica un po' di lubrificante sull'indice e sul medio del guanto. Con molta delicatezza, inserisci il dito indice o medio nel retto. Puoi farlo lentamente e con molta attenzione. Ricorda che potresti avvertire una leggera pressione o disagio, ma non dovresti provare dolore.
- Secondo step: l’esplorazione. Una volta che il dito è inserito, fai una leggera esplorazione della prostata. La prostata è situata a pochi centimetri dal retto, nella parte anteriore del corpo. Cerca di avvertire eventuali rigonfiamenti, noduli o anomalie. La prostata dovrebbe avere una consistenza simile a quella di un dito mignolo. Se noti qualsiasi anomalia o cambiamento, come una massa sospetta o dolore, dovresti consultare immediatamente un medico. Tali segni possono richiedere ulteriori valutazioni professionali.
Ricorda che un esame di questo tipo, non sempre può individuare tutti i tipi di problemi prostatici, quindi è fondamentale sottoporsi a esami medici regolari, come il dosaggio dell'antigene prostatico specifico (PSA) e l'esame digitale condotto da un medico esperto.
Domande sul tumore alla prostata
FONTI BIBLIOGRAFICHE:
[1] American Cancer Society: Key statistics for prostate cancer. Consultato il 24/11/21.
[2]https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/oncologia/tumore-della-prostata-metastatico-lutilita-dei-parp-inibitori
[3]https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/oncologia/tumore-della-prostata-metastatico-lutilita-dei-parp-inibitori